Quale futuro per credito d'imposta R&S ed iperammortamento nella prossima manovra finanziaria?

2 Agosto 2019

Il Piano Industria 4.0, presentato nel 2016, dal 2017 è stato reso pienamente operativo ed è a disposizione di tutte le aziende che vogliono cogliere le opportunità legate alla quarta rivoluzione industriale; prevede un insieme di misure organiche e complementari in grado di favorire gli investimenti per l'innovazione e per la competitività.

Con un successivo cambio di denominazione, da Industria 4.0 a Impresa 4.0, si è salutata una nuova era, incentrata sull'Impresa e non più solo sulle aziende industriali. Le imprese di piccola e media dimensione sono ora parimenti al centro del piano.

Le azioni del Piano lanciato dal governo per creare una cultura dell'innovazione, sino ad oggi, sono state molteplici. Tra le principali si segnalano Iper e Super Ammortamento, Nuova Sabatini, Fondo di Garanzia, Credito d'imposta R&S, Accordi per l'innovazione, Contratti di sviluppo, Startup e PMI innovative, Patent box, Centri di competenza ad alta specializzazione, Centri di trasferimento tecnologico, Credito d'imposta formazione.

Per la prossima manovra finanziaria si ipotizza una revisione del Piano, nel segno di un incisivo rafforzamento ed ampliamento. Gli incentivi, di respiro temporale pluriennale - almeno biennale o triennale - dovranno essere coordinati e magari trasferiti in un testo unico.

Negli intenti, si dovrebbe passare da un approccio straordinario ad un approccio strategico, che escluda a priori l'eventualità che gli strumenti agevolativi a vantaggio delle imprese siano subordinati a continui ripensamenti e modifiche normative.

Paradigmatica è la disciplina agevolativa relativa al Credito d'imposta R&S che per 6 anni di vigenza agevolativa (2015-2020) è connotata da 4 regimi diversi, introdotti da cospicue modifiche normative a cui si aggiungono le innumerevoli evoluzioni interpretative. Da ultimo, nel mese di giugno 2019, l'Agenzia delle entrate è intervenuta per fornire indicazioni di carattere interpretativo, in quanto tali retroattive e, quindi, applicabili anche ai crediti di imposta già fruiti. Peraltro, ad oggi, le indicazioni legislative ed esegetiche non hanno trovato sistematizzazione in un documento unitario che puntualizzi la portata agevolativa dell'incentivo, al fine di porre le imprese in condizione di non essere suscettibili di sanzioni per un'errata applicazione della disciplina agevolativa.

Se alcune misure - come l'iperammortamento - erano nate per conferire, in via straordinaria, una scossa positiva all'economia italiana bisognosa di nuovo vigore, risulta ora necessaria una versione strutturale del piano 4.0.

Il cambio di passo è rilevante: l'abbandono delle proroghe, anno dopo anno, di misure introdotte “una tantum”, mette le imprese in condizione di effettuare una programmazione di medio-lungo termine, nella stabilità di un contesto definito. Come indicato dal Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, intervenuto il 22 Maggio all'Assemblea pubblica di Confindustria “La certezza dell'aiuto è ancora più importante dell'intensità.”

Del restyling del Piano si è iniziato a parlare concretamente nelle ultime settimane al ministero dello Sviluppo economico e, segnatamente, nell'ambito dell'incontro tenutosi lo scorso 19 luglio con le associazioni di categoria.

Il nuovo programma in via provvisoria è stato definito “Piano strategico per l'innovazione”.

Tra le milestones potrebbe esservi la proroga, con ampliamento, del credito di imposta R&S includendo, nel relativo perimetro, gli investimenti in innovazione in senso più generale. Si valuta di modificarne i confini per evitare contestazioni dell'Agenzia delle Entrate in riferimento alle spese ammissibili. Alle imprese che fruiscono del Credito d'imposta R&S sono, infatti, talora mosse obiezioni di carattere interpretativo circa la natura dell'attività, quale ad esempio l'eventuale carenza del requisito della novità della ricerca, la cui necessaria sussistenza è stata peraltro espressamente esplicitata solo nel 2018.

Bisognerà capire come coniugare tale prospettiva con l'iperammortamento.

Quali sono quindi le strade ipotizzate?

Come riporta Innovation Post del 19 luglio u.s., una prima via - promossa per esempio da Ucimu - è mantenere gli attuali super e iperammortamento e affiancargli un “mega-ammortamento” che vada a premiare i progetti di sistema in cui l'investimento non riguarda più solo una macchina, ma un impianto e si estenda a monte o a valle dell'impresa in un'ottica di filiera.

Un ulteriore proposta è quella di istituire un credito d'imposta per l'innovazione 4.0, sulla falsariga di quello vigente per le attività di ricerca e sviluppo. Questa misura potrebbe, a sua volta, essere definita come un'estensione dell'attuale credito d'imposta per la ricerca e sviluppo, che diventerebbe credito d'imposta per la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione. In alternativa potrebbe affiancarsi all'attuale credito d'imposta per la ricerca e sviluppo, quale strumento ulteriore che finanzi i progetti di trasformazione industriale supportando le aziende che investono in macchinari, consulenze, banda larga e ricerca sui temi 4.0.

Si discute anche di un potenziamento - con revisione del meccanismo - del credito di imposta per la formazione, estendendo l'incentivo non soltanto al personale dipendente, ma anche a manager non dipendenti e soprattutto agli imprenditori.

La ridefinizione del Piano si alimenterà ora delle proposte che le singole associazioni invieranno al ministero.

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